Una nota canzone di Eugenio Finardi celebra il fenomeno della “Radio Libere, ma libere veramente”.
A Firenze prenderanno vita molte radio ma alcune rimarranno scolpite nella memoria di tutti per aver insegnato a molti come fare radio veramente!!! Inizierò quindi da quella che più delle altre racchiude questa essenza ovvero:”Radio One”.
Radio One nasce nel 1975 da una felice intuizione di Dennis Pieri, Riccardo Tacchini e Claudio Tilesi. Trasmetterà per tutta la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Censita sul numero 46 del marzo 1976 della rivista SUONO STEREO, viene presentata così da Millecanali: “Il modello era ripreso pari pari dalle radio americane: pochissima musica italiana e dischi che arrivavano direttamente dall’America o dall’Inghilterra, jingle a tutto spiano, belle voci, anche se impostate; questo era la Big One.
A quei tempi la parola indagine non aveva quasi senso, ma per darvi un’idea di quanto se ne parlasse in giro, possiamo aggiungere che tante radio di Torino, Milano e Roma, possedevano delle cassette su cui erano registrati i programmi di Radio One. Molti editori e direttori artistici, infatti, chiedevano al primo amico che passava da Firenze di sintonizzarsi sulle frequenze dell’emittente per registrare tutto ciò che andava in onda. Dennis Pieri faceva altrettanto quando andava a Londra con un grosso registratore portatile, prendendo Jingle è stacchetti dalla famosissima BBC One, così ci raccontano in un’intervista Enrico Tagliaferri che ne fu anche legale rappresentante nel 1990 e Vincenzo Pota voce storica della radio detto” Vincent D.J“.
Il segno distintivo di Radio One era la grande qualità sonora delle trasmissioni, data dal fatto che Dennis aveva acquistato uno dei primi “ ORBAN”, un compressore dinamico che amplificava i suoni trasmessi; il suono ne usciva rimodulato più nitido e potente. Un’altra caratteristica era la scelta dei brani e la cura maniacale con cui Dennis sceglieva i suoi “speaker “, che dovevano avere delle voci bellissime e calde e soprattutto una grande professionalità. Tutto questo contribuiva alla costruzione di quello che sarebbe diventato forse il primo vero modello di network radiofonico, almeno per quel che riguardava la struttura organizzativa.
Nel 1982 Denis dichiara a una rivista specializzata del periodo che “il modello da seguire era Radio Lussemburgo, e ciò permise subito di dare all’emittente un’impronta internazionale. Il nostro pubblico va dai diciottenni ai quarantenni, sostanzialmente musicofili, e in base alle ultime statistiche, dovremmo raggiungere più di 50.000 ascoltatori”. La musica che viene trasmessa in quasi tutta la regione è una via di mezzo fra le forme rock più avanzate e il cosiddetto easy listening. Le canzoni italiane non superano il 10%. Una particolare attenzione viene prestata ai nuovi filoni, ma i vari dj non dimenticano il revival. Insomma nei programmi di Radio One si può trovare quel filo conduttore che lega la musica del passato, a quella del presente e del futuro”.
Il palinsesto di Radio One nella prima metà degli anni ’80 propone molti programmi musicali, un radiogiornale curato da Franco Paoli che è anche il direttore responsabile dell’emittente, ma è l’accordo per la ritrasmissione del programma della BBC in esclusiva per la Toscana, “Top of the Pops”, anteprime dal mondo della musica inglese presentate da Brian Matthews, che da ulteriore smalto all’emittente. I contenuti arrivavano sottoforma di Disco Lp in vinile, da un lato c’era il programma di Brian Matthews, mentre sul lato b c’erano tutti i brani in anteprima senza voce staccati tra loro . Una radio dal suono unico e potente che copre il 90% della Toscana, una qualità elevatissima ed un respiro davvero internazionale. A questa statura inconfondibilmente americana contribuiscono i jingle originali arrivati dagli States, la discografia in anteprima del circuito Billboard USA, la quasi esclusione della musica italiana dalla programmazione ed il contratto con BBC One.
La collezione musicale di Radio One è semplicemente inarrivabile. Il vero valore aggiunto di questa radio sono anche le persone che l’animano; tra di loro non potremmo non citare Eddy Trauba, Gianni Pierantozzi, Philip Pachmann. Stefano Damesceni, Alberto Lorenzini, il compianto Enzo Mazzei , Vincent D.j Enrico Tagliaferri , Pino Buonandi , Fabrizio Faber , e non ultimo il compianto Rinaldo Pieroni, scomparso nel 2007, che fu anche il fondatore di Radio Blu. Le Radio Libere sono anche fucina di talenti che poi approderanno alla televisione; tra questi Carlo Conti che nel 1980 entra a Radio Firenze 2000 ,dove debutta come speaker con il programma Estate 2000. Disco lancio è “Video Kill the radio star” dei Buggles . Carlo Conti poi aprirà Radio Antenna X a Sandicci ,per poi passare a RDF Radio Diffusione Firenze dove lavorano Walter Santillo (conduttore e presentatore con Raffaella Carrà) , Claudio Vigiani, mitico Dee jay dell’Andromeda, ma è con la direzione di Lady Radio che avverrà la svolta artistica. Lì conoscerà tutti i futuri compagni di viaggio in Rai , in ordine : Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, a Radio Fantasy troverà Marco Baldini, altro autentico Talento radiofonico che assieme a Fiorello faranno impazzire l’Italia con le loro gag; poi Gianfranco Monti, Tommy Calvani,, Alessandro Masti . Tutto ciò per capire quanto questo meraviglioso strumento, “ la radio “, ha contribuito a cambiare la nostra vita; oggi ci fa compagnia , ci informa ,ci fa discutere e riflettere, ci fa ridere e sorridere. Una vera e propria risorsa vissuta e alimentata ancor oggi da tante persone che si dedicano con grande sacrificio e professionalità a questo lavoro.