Cosa ha mosso i primi passi?

La cultura della disco è stata spesso interpretata dai musicologi come parte dell’industria del divertimento e d ei servizi; viene da chiedersi perché, fin dagli esordi, non sia stata considerata come luogo di produzione musicale. Prima di indicare “cosa”, è giusto chiedersi quand’è che la disco ha iniziato a muovere i suoi primi passi? Decisamente a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, in unaNew York che rappresentava tutto ciò che in America andava male: corruzione, stupri, rapine, traffico di droga, immondizia, omicidi, lotte tra bianchi e neri, intolleranza, violenze di ogni tipo.

E dove, se non in film come “Il braccio violento della legge”, “Taxi Driver” e “Il giustiziere della notte”, si può avere una chiara immagine dell’atmosfera newyorchese di quel tempo?

La risposta alla nostra domanda nasce proprio da quell’atmosfera…
La disco deriva dalla fusione di impulsi contraddittori: esclusione e inclusione, lusso e sperpero, acquisizione e abbandono, impegno e disimpegno, serietà e frivolezza.
Durante il suo percorso, la disco è stata imprigionata tra mondi diversi… “omosessualità ed eterosessualità”… “bianco e nero”…
In quest’immagine di NY così degradata, chi cercava di riappropriarsi della città?  Gli artisti e i musicisti locali iniziavano ad utilizzare qualunque tipo di spazio abbandonato.
Nasceva così la scena del “loft jazz” fatta di musicisti free jazz che si riunivano in loft abbandonati. E proprio “The Loft” fu riconosciuto come la prima discoteca di New York; David Mancuso, il suo ideatore, il padre delle discoteche

LE DISCOTECHE SEMBRAVANO ESSERE COMPLETAMENTE FUORI SINTONIA CON QUEL PERIODO DI POLITICA E DI PROTESTA.Ma nella prima metà degli anni ‘70 a neri, ispanici e gay le leggi rendevano difficile frequentare e consumare in luoghi pubblici. Proprio per questo la disco music si ascoltava in locali ‘privati’ che organizzavano feste ad invito, dove la clandestinità portava con sé un divertimento fortemente clandestino connotato da sesso e disco, accompagnato anche da una larga dose di droghe.

LA DISCOTECA: INTEGRAZIONE E LIBERTA’

La pista da ballo era un luogo pubblico, polimorfo, polirazziale, polisessuale, libero dall’influenza dello Stato, della Chiesa e della famiglia.

Shapiro: “In un certo senso, la discoteca degli anni ’70 metteva in pratica quello che avevano predicato gli anni ’60: la comunione offerta dalla pista da ballo era l’incarnazione della visione di pace tanto anelata in quel periodo”.

Competenze

Postato il

6 Ottobre 2015

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