La critica musicale

 

pastedGraphic.pngLa critica, ancorata agli assiomi impegnato=buonodisimpegnato=cattivo, nell’ossequio dei quali aveva vissuto per almeno un ventennio (ma nel giro di pochi anni sarebbe tutto cambiato), non poteva accettare una musica che aveva come obbiettivi dichiarati: far divertire gli ascoltatori; far arricchire artisti e discografici.

L’impegno “disinteressato” dei cantautori spazzato via da canzonette nelle quali bastava fare il verso a Paperino (Disco Duck) per vendere milioni di dischi, alla critica non poteva passare liscio, e infatti non passò.

La Disco Music sancì la nascita di un’attenzione particolare nei confronti di un genere emergente dove poche parole  formavano un ritornello che, inserito in un contesto orecchiabile, dava vita al tormentone del momento. E’ un esempio Disco Duck, capace di scalare i vertici delle più importanti classifiche mondiali in poche settimane.

L’avvento della Disco-music segnò la fine di tutta quella musica impegnata  dei vari cantautori, da Dylan a Joan  Baez (vedi foto).pastedGraphic_1.png

Il  28 Novembre del 1975  al Madison Square Garden, con un cast di ben 14.000 ballerini, venne organizzato il “Disco Dance Party” per ascoltare una lunga serie di artisti della  Disco Music, consacrando di fatto questo genere musicale come un trend di assoluta rilevanza. Tutti iniziarono  una sorta di conversione, anche i critici più scettici si piegarono diventando da detrattori a fautori di questa nuova musica. Le esigenze del business stavano cambiando.

Le  majors discografiche iniziarono una produzione  massiccia di artisti disco: videro la luce artisti del calibro di K.C Sunshine BandHarold Melvin & Blue Notes, Gloria Gaynor, Micheal Jackson, Jimmy Bo Horne, Anita Word e molti altri, tanto che il Presidente Americano Jimmy Carter volle la Disco Music al ballo inaugurale per il suo insediamento (20 gennaio 1977). Non fu un caso che molti gruppi rock del decennio si sciolsero, tentarono la strada solistica e/o vissero un momento di declino (Deep Purple e Emerson, Lake e Palmer per citarne due). Non fu un caso che, dopo il 1977, con il successo dei Bee Gees (storico gruppo pop di bianchi), anche cantanti rock come Elton John, David Bowie, i Kiss e Paul Mc Cartney fecero hits di successo decisamente ballabili.

Il genere disco stava ormai assumendo proporzioni endemiche, contagiando tutti i settori incluso quello cinematografico. Alla fine  del 1977 iniziò la produzione di un film che diventò un Cult, “Saturday Night Fever”, con la colonna sonora dei Bee Gees e un semisconosciuto John Travolta protagonista principale. Il  successo fu così grande da convincere anche gli ultimi critici. La disco music  fu ufficialmente  accettata.

Competenze

Postato il

1 Ottobre 2015

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