DAGLI ANNI ’60 AI ’70 “LA MENTE E IL CORPO”
Alla fine degli anni ’60 la retorica impazzava (pace, amore, sesso libero) e certe droghe erano in grado di espandere la mente, erano droghe di testa. Mentre la contro-cultura hippie usava LSD e altre sostanze derivate da funghi allucinogeni, nella scena disco-gay imperavano gli “stimolanti”, come ilPopper.
Il POPPER veniva inalato direttamente in pista e causava un brusco calo della pressione sanguigna e uno stato prossimo alla perdita di coscienza. C’era anche il QUAALUDE, in origine un sedativo-ipnotico che portava ad uno stato di euforia e rilassatezza con conseguente calo dei freni inibitori. La discorappresentava un ritorno al corpo in senso fisico e politico, ed anche le drogheche accompagnavano il fenomeno erano ‘fisiche’, erano droghe per “agire”.
I SIMBOLI
Emblemi della droga erano in tutti i club newyorkesi. Impossibile non menzionare L’UOMO SULLA LUNA all’interno dello “Studio 54“. A mezzanotte veniva calata verso il pubblico una falce di luna con profilo umano, accanto un cucchiaino colmo di cristalli luminosi che a loro volta illuminavano la narice del profilo fino all’occhio.
Era la fine degli anni ’70, irrompeva sulla scena la droga dei vip: la COCAINA.
L’ITALIA: UNA REALTA’ A PARTE
Più sottotono fu il fenomeno “Droga & Disco” in Italia.
Quando la moda delle discoteche esplose anche in Italia (1977-1978) i ragazzi si trovarono ad un bivio. Il pressante ed invasivo impegno politico richiesto dai militanti delle scuole o l’evasione del disimpegno rappresentato dalle attività sportive e dalle nascenti discoteche?Questo spartiacque fu determinato anche dalle possibilità finanziarie dei singoli.La scelta era fra spendere la paghetta con gli amici in discoteca o comprare un po’ d’erba. La droga a buon prezzo non esisteva e spesso i giri che i ragazzi erano costretti a frequentare per procurarsela erano alquanto pericolosi.Nonostante ciò, la droga aveva già fatto presa nelle scuole e nella politica militante.
Le compagnie erano un fenomeno dilagante alla fine degli anni ’70 (“I guerrieri della notte”), anche lì le divisioni tra “discotecari” e impegnati politicamente erano nette.